Colosseo, finisce il monopolio Coopculture: il Cns si aggiudica la gara

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Il bando per la biglietteria del Parco archeologico del Colosseo era atteso da vent’anni. Dal 1997 Coopculture continuava a gestirlo in proroga

di Margherita Ceci

(dimabucci – stock.adobe.com)

3′ di lettura

È il Consorzio nazionale dei Servizi (Cns) ad aggiudicarsi la gestione dei servizi di biglietteria del Parco archeologico del Colosseo. Per lo meno stando ai primi risultati, giunti in esclusiva al Sole 24 Ore. La notizia se confermata rappresenterebbe un cambio di rotta enorme, se si pensa che tra una proroga e l’altra il servizio era in mano a Coopculture da 25 anni. Complice il cambio di istituto giuridico che non prevede più la figura di un concessionario ma si configura come una semplice prestazione di servizi. In poche parole: vince chi fa l’offerta più vantaggiosa. E il guadagno dello Stato non passa più dall’aggio dei biglietti venduti, ma dalla quota fissa risultante dall’offerta.

La fine del monopolio

La vittoria potrebbe segnare la fine di un mercato che dal 1992, in seguito alla legge Ronchey (Legge 433/1992) che aveva aperto la strada del mondo dei beni culturali ai privati e alla figura del concessionario, si era tramutato di fatto in un oligopolio di poche imprese presenti nei musei che registravano più incassi. Il servizio biglietteria del Colosseo, in particolare, era in mano a Coopculture dal 1997 e aveva ricevuto la prima proroga – prevista dall’originale contratto di concessione – nel 2001. Una seconda era arrivata nel 2005 (questa, a differenza della prima, non prevista), mentre dal 2010 in poi le proroghe sono diventate annuali; nel frattempo le tre gare indette (nel 2010, 2017 e 2019) venivano puntualmente ritirate o bocciate.

Il valore economico

D’altronde non si tratta di cifre da poco, e gli interessi che vi gravitano attorno sono parecchi: il Parco archeologico del Colosseo comprende, oltre all’Anfiteatro Flavio, anche il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea, per un totale di 9.812.113 milioni di visitatori e 62.871.209,50 milioni di euro di incassi solo nel 2022 (dati aggiornati del ministero della Cultura). Uno studio di Deloitte parla addirittura di un valore sociale di circa 77 miliardi di euro, e stima che il Colosseo contribuisca al Pil italiano per 1,4 miliardi di euro all’anno come attrazione turistico-culturale.

I risultati

Cifre che fanno gola e che rendono ancor più bruciante la sconfitta per Coopculture, arrivata quarta con un punteggio di 47,7; facile aspettarsi un ricorso, anche se il distacco con il primo classificato Cns è di quasi dieci punti (65,2). Sorprende anche l’ultima posizione di Vivaticket, uno dei principali operatori internazionali nel mercato della creazione, produzione, commercializzazione e gestione di sistemi integrati di biglietteria elettronica e controllo accessi, che tuttavia non è riuscito ad accaparrarsi l’ambìto servizio del Colosseo.

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Il Cns

Sul podio, il Consorzio nazionale dei servizi non è nuovo nella gestione dei servizi museali, con un fatturato nel settore di quasi 6 milioni di euro nel 2020. Oltre ai servizi di biglietteria, il consorzio di cooperative si occupa di facility management, sorveglianza e sicurezza, organizzazione di mostre, ristorazione e servizi promozionali.

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