Lugano capitale del fintech sostenibile

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ServizioIl dibattito

di Luca De Biase

Gabriele Corte, direttore generale della Banca del Ceresio, al convegno di Lugano di Road to Trento 2023 ha fatto il punto sulla sostenibilià dell’ecosistema finanziario

2′ di lettura

La transizione ecologica è un lungo, complesso processo che si può realizzare soltanto innovando. E la precondizione per l’innovazione è una finanza a sua volta innovativa. Lugano è un centro di competenze, sotto questo aspetto, esemplare: la tradizione bancaria, gli investimenti in start up localizzate nella città ticinese, la diffusione dell’impiego della blockchain e della stablecoin Tether, lo dimostrano. E anche il progetto destinato a consentire ai cittadini di pagare le tasse comunali in cryptovalute, come ha ricordato il sindaco di Lugano Michele Foletti, intervenendo al convegno su “Transizione ecologica e finanza sostenibile”, ieri, nella sua città, prima tappa del percorso internazionale Road to Trento 2023, in vista del Festival dell’economia.

La competenza nella blockchain pone la Svizzera all’avanguardia nella strategia sulle monete digitali. «La Svizzera ha le posizioni più pragmatiche e competenti di altri in materia. Per esempio sulla questione della protezione della privacy nel caso che si usi la blockchain nominativa, che genera la massima trasparenza possibile delle operazioni di pagamento. Con grandi vantaggi in termini di lotta al riciclaggio e al greenwashing», ha detto Massimo Morini, chief economist di Algorand.

«Per il governo federale, la finanza sostenibile è una grande opportunità per creare in Svizzera un ambiente finanziario attrattivo – ha notato Generoso Chiaradonna, caporedattore del Corriere del Ticino -. Dopo la controversa epoca del segreto bancario, la possibilità di sviluppare un quadro normativo capace di favorire tutto ciò che serve per sviluppare una finanza orientata alla sostenibilità (internalizzando nelle aziende i costi della transizione ecologica e combattendo il greenwashing, per esempio) ha un’importanza strategica per attrarre capitali destinati all’innovazione».

Eppure, si può fare ancora di più. «L’innovazione ha bisogno della ricerca. E il settore bancario da questo punto di vista ha perso posizioni, anche per le esigenze imposte dalle disposizioni Basilea 1, 2 e 3 – ha osservato Gabriele Corte, direttore generale della Banca del Ceresio -. L’innovazione aziendale e le startup sono finanziate dal venture capital o dal private equity. Ma l’innovazione digitale nelle banche le aiuterà a recuperare terreno, anche favorendo il loro ruolo per incanalare i grandi patrimoni verso gli investimenti in progetti innovativi». Di certo occorre accelerare.

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«Siamo in ritardo su tutte le agende politiche che sono state scritte per accompagnare con il giusto ritmo la transizione ecologica», ha detto Barbara Antonioli Mantegazzini, vicedirettrice dell’Istituto di Ricerche economiche all’Università della Svizzera italiana. «D’altra parte, un cambio di paradigma nel modello di sviluppo non può essere realizzato in poco tempo; la finanza pubblica per la sostenibilità è essenziale per mantenere la rotta e arrivare al risultato».

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